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L'Arsenale di Venezia

A partire dal XII secolo, l'Arsenale fu il cuore dell'industria navale di Venezia e la sua attività è legata al periodo più florido della Repubblica della Serenissima.

 

Questo luogo, infatti, può essere considerato la prima vera fabbrica al mondo: su una superficie di 46 ettari si potevano contare fino a 2000 lavoratori al giorno per la produzione di imbarcazioni commerciali e da guerra, cioè le famose galere veneziane che determinarono la vittoria della cristianità nella Battaglia di Lepanto del 1571. L'ubicazione dell'Arsenale fu dettata contemporaneamente da necessità strategiche e logistiche: permetteva una buona difesa della città in caso di attacchi dal mare e ottimizzava le risorse essendo il punto di arrivo di tutto il legname proveniente dall'entroterra.

 

Nel tempo furono erette la monumentale Porta di Terra, le due torri che affiancavano la Porta di Mare, le residenze esterne per i lavoratori, i forni pubblici, i magazzini e le corderie. Queste ultime erano il luogo dove erano prodotte le funi per le imbarcazioni a livello industriale consentendo così alla città di rimanere autonoma anche in caso di guerra.

 


Dall'Arsenale, usciva anche il cosiddetto Bucintoro, ovvero la prestigiosa imbarcazione utilizzata ogni anno dal Doge durante la cerimonia dell'Ascensione (Festa della Sensa) per celebrare il tradizionale rito dello sposalizio tra Venezia e il Mare. Il Bucintoro era una nave di due piani guidata da 3 ammiragli, 30 marinai e 168 rematori. Al piano inferiore si trovavano i rematori, mentre in quello superiore risiedeva il trono del doge e un baldacchino di velluto rosso che ospitava 90 seggi per le massime autorità della Repubblica.

Il giorno dell'Ascensione, il Bucintoro raggiungeva l'isola di Sant'Elena per la benedizione dell'anello d'oro e poi proseguiva fino al porto di San Nicola dove usciva nell'Adriatico. Qui, il doge gettava l'anello simbolico in mare e pronunciava le parole rituali: "Desponsamus te, Mare, in signum veri perpetique domini" (Ti sposiamo, Mare, in segno di vero e perpetuo dominio).